TAIWAN
La docuserie esplora diversi aspetti della storia, della società e della politica taiwanese. Ogni episodio è un documentario a sé e al contempo collegato a tutti gli altri. Un reportage tra passato, presente e futuro che spiega come da un regime autoritario si sia passati a una democrazia fra le più avanzate al mondo. Tra le tematiche trattate: la relazione complessa con la Cina o Repubblica Popolare Cinese, le vittime dell’autoritarismo del partito unico Kuomintang che hanno contribuito alla lotta per la democrazia, il ruolo delle donne e in particolare delle femministe nel creare uno stato di diritto, il punto di vista e i sogni dei giovani taiwanesi, l’importanza dell’arte per rendere più efficace la cosiddetta “diplomazia culturale”, gli esuli politici cinesi, uyghuri e di Hong Kong accolti da Taiwan, le libertà garantite oggi come quella d’espressione e informazione.
Riprese, interviste e articoli di Francesca Lancini, Musiche originali di Gaetano Scippa, Montaggio video Susy Simonetto
La situazione attuale
Una scelta che potrebbe essere vanificata dalle continue pressioni di Pechino che con una propaganda completamente falsata rivendica Taiwan come una sua provincia. In realtà Taiwan è indipendente de facto. Il regime del partito unico comunista insediatosi nel 1949 con Mao Tse Tung, da cui deriva quello attuale di Xi Jinping, non ha mai governato l’isola e la risoluzione che la espulse dall’Onu nel 1971 non dice che Taiwan appartenga alla Repubblica Popolare Cinese.
Da Tienanmen a Taiwan; intervista a Wu’er Kaixi
puntata 1
Nella prima puntata: Da Tienanmen a Taiwan. Intervista a Wu’er Kaixi L’ex studente di Piazza Tienanmen mi accoglie in una tea-house di Taichung. Un luogo di pace nel mezzo di una metropoli vibrante e in espansione, terza per grandezza dopo Taipei e Kaoshiung, nel centro-ovest di Taiwan.
Oggi Wu’er Kaixi ha 56 anni. Nelle fattezze di adulto, lo sguardo è rimasto quello del ragazzo che ribatté al primo ministro cinese Li Peng durante le proteste di piazza Tienanmen della primavera 1989.
Fred Him-San Chin: Resistere al Terrore Bianco
puntata 2
Taiwan è diventata una democrazia anche grazie al sacrificio di migliaia di vittime del cosiddetto Terrore Bianco. Un lungo periodo di repressione di civili e dissidenti taiwanesi ad opera del regime autoritario del Kuomintang, al potere come partito unico nazionalista dal 1949 al 1992.
Fra loro c’era anche Fred Him-San Chin, arrestato per errore nel 1971 e rilasciato dodici anni dopo nel 1983. Fred era un giovane studente di ingegneria chimica, nato in una famiglia di immigrati cinesi in Malesia. Quando aderì al programma universitario per studenti cinesi all’estero, non sapeva che nell’ex Formosa c’era la legge marziale imposta nel 1949 dal dittatore Chiang Kai-shek.
Nella sua accezione più ampia, il Terrore Bianco comprende la repressione antigovernativa del 28 febbraio 1947 che causò da 18.000 a 28.000 morti, la legge marziale durata dal 1949 al 1987 e uno strascico di leggi repressive emendate nel 1992. In quarant’anni almeno 140.000 persone sono state incarcerate, altre migliaia uccise e fatte sparire.
Fred parla per tutti sopravvissuti, che hanno conosciuto l’autoritarismo e non lo vogliono più, e incarna la Memoria di tutti coloro che non ce l’hanno fatta.
Young in Taiwan: giovani come la loro democrazia
puntata 3
I ragazzi di Taiwan sono giovani e dinamici come la loro democrazia. Nel 1996 si tengono le prime elezioni presidenziali libere. E a partire dal 2000 il sistema democratico si è sempre più rafforzato nel rispetto dei diritti umani e civili. Chi ha tra i 15 e i 30 anni è nato e cresciuto in un periodo di trasformazione veloce della società taiwanese. Da una parte, ha memoria fresca della dittatura attraverso nonni e genitori. Dall’altra, è espressione vibrante della contemporaneità.
I figli spesso patiscono le pressioni dei genitori che vogliono ancora decidere per loro, quale scuola, quale lavoro e in alcuni casi quale partner. Al tempo stesso, hanno una fame genuina di conoscenza e realizzazione. Il 95% dei diplomati si iscrive all’università e oltre l’80% si laurea. Una percentuale altissima – a fronte di minori iscrizioni – rispetto al 40% degli Stati Uniti, il 56% della Gran Bretagna e il 29% dell’Italia. Da metà anni Novanta il numero di atenei e college è passato da 60 a 145. Tuttavia, come in tutte le società avanzate e altamente istruite, è precipitata la natalità con un tasso di fertilità per donna dello 0,87 ed è cresciuto all’11% il tasso di disoccupazione giovanile.
I ragazzi taiwanesi incarnano il mix di culture che arriva da Giappone, Corea del Sud, Cina e Nordamerica. Lo si vede nei manga – come il locale Bugcat Capoo-, che colorano negozi, strade, prodotti di ogni genere anche farmaceutici. Lo si scopre passeggiando per il quartiere pedonale Ximending di Taipei, tra negozietti all’ultima moda, K-pop ad alto volume, cinema, locali LGBQTI+, sale-giochi e templi antichi.
Rispetto alle minacce del regime cinese di invadere Taiwan, i giovani sono sempre più preoccupati. Nessuno vuole la guerra, ma neanche ritornare sotto una dittatura come è accaduto a Hong Kong. Che ne sarebbe della loro libertà? “La democrazia è come l’ossigeno”, dicono alcuni ragazzi incontrati all’Università cattolica ma laicissima Fu Jen, a Nuova Taipei City, trasferita sull’isola quando il regime di Mao Tse Tung cancellò la libertà di credo nella Repubblica Popolare Cinese.
Stress scolastico, paure e salute mentale, il progetto di alcuni prof In questo campus modernissimo, un gruppo di missionari insegna varie lingue straniere e si occupa del benessere psico-fisico degli allievi. Il progetto si chiama “club dell’amicizia” e vuole aiutare i ragazzi a conoscersi meglio e ad affrontare i propri disagi in un momento delicato della loro crescita e del loro Paese. Le famiglie hanno aspettative molto elevate verso i figli che, come in Giappone e Corea del Sud, soffrono di stress da performance scolastica fin da piccoli con effetti spesso tragici. Al tempo stesso, Taiwan taglia quasi perpendicolarmente il Tropico del Cancro in una delle zone più sismiche del pianeta, dovendo reggere a frequenti terremoti e a fenomeni metereologici sempre più violenti a causa dei cambiamenti climatici.
La paura più grande, di un conflitto o di uno strangolamento economico propagandato dalla Cina continentale, incide sull’equilibrio di una gioventù ben conscia che i diritti di cui godono sono stati conquistati dalle generazioni precedenti dopo quarant’anni di lotte e sacrifici. Ecco le storie di alcuni studenti e la testimonianza di un italiano, padre Emanuele Angiola della Fraternità San Carlo, che dal 2011 insegna la nostra lingua alla Fu Jen ed un profondo conoscitore dell’universo cinese.
Chyn Yu Rung e la lotta delle donne per la democrazia
puntata 4
A Taiwan la lotta per i diritti delle donne va di pari passo con la lotta per la democrazia e la sua costruzione. Nel 1982 nasce il primo gruppo femminista intorno al giornale “Awakening Magazine” che promuove l’uguaglianza di genere.
Ma solo con la fine della legge marziale nel 1987 l’Awakening Foundation sarà registrata come organizzazione non governativa.