Taiwan, la lotta delle donne per la democrazia
Taipei – La via è stretta, il palazzo altrettanto e come tutti gli altri sale fino al cielo.
A Taipei City la primavera porta insieme nuvole gonfie, pioviggine e raggi di sole a sprazzi che ti accecano come lampi. Da un piano indecifrato, lungo la rampa di scale, arriva il saluto di una giovane donna. Si chiama Chyn Yu Rung, una trentenne dal grande sorriso sul viso incorniciato da un caschetto castano chiaro. Prima dell’intervista si aggiusta in modo sbrigativo gli occhiali rotondi e la camicia a pois sopra ai jeans, nell’ufficio ricoperto di carte dell’Awakening Foundation di cui è segretaria generale.
La prima associazione femminista di Taiwan è nata nel 1982 ed è arrivata fino a oggi grazie al lavoro instancabile di almeno tre generazioni di donne. “Le nostre madri” – dice Chyn – hanno creato prima la redazione dell’Awakening Magazine per informare sui diritti delle donne sotto il regime autoritario di Chiang Kai-shek e del partito unico Kuomintang (KMT). In seguito, quando nel 1987 è stata finalmente tolta la legge marziale, hanno trasformato l’Awakening in una fondazione”.
Femminismo, famiglia, scuola e lavoro
Spesso nell’Europa democratica dimentichiamo che la lotta per i diritti delle donne va di pari passo con la lotta per la democrazia e la sua costruzione, come accaduto a Taiwan. L’approdo a istituzioni democratiche è il risultato di un processo lungo che ha fra i suoi pilastri l’a parità di genere in famiglia, nelle scuole, sul lavoro. Infatti, ispiratrice dell’Awakening è stata la politica e avvocata taiwanese Annette Lu, che già negli anni ’60 si affermò come femminista del movimento Tangwai, il precursore del Partito Democratico Progressista nato a fine anni ’80.

Nuove leggi
Chyn Yu Rung racconta tutti i traguardi raggiunti dalla sua associazione. L’Awakening (che significa “risveglio”) è riuscita a far approvare nuove leggi sul diritto di famiglia già negli anni ’90, una nuova legislazione sul lavoro nel 2002 e sull’uguaglianza di genere nelle istituzioni scolastiche nel 2004.
“Anche dopo la fine della dittatura, la moglie era proprietà del marito. Non poteva spostarsi o lavorare senza il suo permesso. I giornali erano pieni di inserzioni, dove il coniuge indicava con una foto e dati anagrafici che quella era la sua sposa. Assurdo”, prosegue Chyn.
“In certi posti di lavoro, i capi chiedevano alle donne di licenziarsi dopo i trent’anni o se si stavano per sposare e avere figli. Molto frequenti erano le violenze contro le studentesse da parte di compagni e professori. E i libri di testo riportavano numerosi stereotipi”, aggiunge la segretaria generale.

Rose Boy, la tragedia di Yeh Yung-chih
È stato un lungo viaggio, ma l’Awakening ha saputo adattarsi ai tempi e alle nuove sfide. Purtroppo, anche Taiwan ha avuto il suo “ragazzo rosa”. Il 20 aprile 2000 un quindicenne, Yeh Yung-chih, fu trovato morto nel bagno del liceo. Le cause del suo decesso non sono mai state chiarite, nonostante numerosi processi. Di sicuro veniva bullizzato da tempo e accusato di essere troppo femminile, come racconta la madre nel documentario “We Are All Different, Yet the Same” del regista taiwanese Hou Chi-jan. Il Paese rimase talmente scioccato da questo tragico evento che nel 2004 fu approvata una legge sull’uguaglianza di genere negli istituti scolastici.
“Ci fu anche un altro evento a scuotere le coscienze dei taiwanesi”, spiega cercando di frenare la commozione Chyn Yu Rung: “Nel 2016 un professore di letteratura francese molto ammirato dai suoi allievi, Jacques Picoux, si tolse la vita a 68 anni. Si dice che arrivò a questo gesto estremo perché non aveva diritto di prendere decisioni con e per il suo partner ammalato di cancro. I suoi studenti scesero per le strade a celebrarlo. Fu incredibile, tanto che le autorità avviarono l’iter per legalizzare le nozze gay”.

Matrimoni gay, primato in Asia
Taiwan è stato il primo Paese in Asia a consentire nel 2019 i matrimoni fra coppie dello stesso sesso e nel 2023 le adozioni da parte di coppie omosessuali, anche se in quest’ultimo ambito restano molti nodi da risolvere. La società taiwanese ha compiuto passi da gigante in breve tempo. Resta legata a una mentalità arcaica cinese, dove il culto degli antenati prevedere un ruolo preponderante del capo famiglia e dei “maestri” o leader in generale, che la donna diventi madre e che i genitori decidano della vita dei figli. Tuttavia, come racconta con ironia Chyn, i più giovani vogliono essere autonomi. Non possono più accettare dei fidanzamenti combinati. “Io ho una bambina di 6 anni e ho incontrato la madre di mio marito dopo dieci anni che stavamo insieme, superando nervosismi vari”, conclude la donna con una risata.

È già pomeriggio. L’umidità stordisce. Dalle grandi finestre dell’Awakening i palazzi, i negozi e le insegne colorate difronte sembrano sbiaditi. Chyn torna al lavoro senza mostrare alcun segno di stanchezza. È una donna pragmatica, centrata. Non si scompone neppure quando parliamo della coercizione del regime cinese: “Certo che siamo preoccupati, ma non vogliamo tornare sotto un regime autoritario, tornare indietro, rinunciare ai diritti che abbiamo conquistato. Un regime che teme la lotta delle donne”.
Francesca Lancini
Soul Digger 9 aprile 2024








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