Nel 1973 le donne del villaggio himalayano di Raini abbracciarono gli alberi per proteggerli dai taglialegna.
Così è nato, 50 anni fa, uno dei movimenti per la conservazione delle foreste più celebri al mondo. Si chiama Chipko, che in hindi significa “aggrapparsi”, come ricorda la reporter Varsha Singh della rivista “The Third Pole”.
Le contadine di quest’area nel nord dell’India, vicina al confine tibetano, si fecero tutt’uno con i tronchi d’albero, stringendoli a sé o facendo scudo con il loro corpo.
Nel luglio 1970 le slavine e le alluvioni avevano devastato la loro valle, spingendo i suoi abitanti a capire le cause di un disastro naturale di tale portata.
L’attivista gandhiano Chandi Prasad Bhatt, di 88 anni, racconta alla giornalista indiana: “Abbiamo attraversato a piedi molti luoghi e compreso che laddove le foreste erano state abbattute, l’impatto dello straripamento dei fiumi era grave”.
Da allora la lotta di queste ragazze, delle loro figlie e figli, e dei loro nipoti non si è più fermata. Uno tra i più grandi successi, è stato l’emendamento del Forest Act del 1927 e l’adozione del Forest Conservation Act nel 1980.
Il governo dell’Uttar Pradesh proibì di tagliare gli alberi sopra i mille metri di altitudine, un bando rinnovato fino a oggi.
Malgrado ciò, nel febbraio 2021 la comunità di Raini ha dovuto fare i conti anche con il cambiamento climatico.
Un ghiacciaio si è sciolto producendo una frana chilometrica, che è scesa fino a valle distruggendo un impianto idroelettrico e uccidendo più di 200 persone.
Da allora Raini non è più abitabile e i suoi abitanti devono essere trasferiti in altri villaggi. Per loro lasciare la foresta e il luogo d’origine, significa perdere l’identità, la “casa-madre”, le risorse naturali che potevano utilizzare in quanto residenti, ma forse non la loro battaglia ambientale.
Mentre l’imprenditore minerario indiano Gautam Adani è indicato da Bloomberg come il terzo uomo più ricco al mondo, dopo Musk e Arnault, le donne del Chhattisgarh si ispirano a Chipko per salvare la foresta dalle estrazioni di carbone.
Speriamo che l’uomo più agiato d’Asia fermi le ruspe.
Francesca Lancini per Popoli e Missione – 2 Gennaio 2023