Intervista allo storico Michelguglielmo Torri
A mani nude contro i carri armati. I civili ucraini tentano di fermare i soldati russi, con una reazione spontanea, coraggiosa e disperata. È accaduto più volte nella guerra di Ucraina. Scampoli di non violenza, che però la comunità internazionale, a ogni livello, stenta a intercettare.
Il dibattito sul pacifismo spesso si è arenato in slogan ed è sfociato nel caos. Sembra che si siano dimenticati gli insegnamenti del più importante pacifista della storia contemporanea, Gandhi, che ha ispirato le lotte di personalità come Martin Luther King, Nelson Mandela e Aung San Suu Kyi.
«La filosofia gandhiana della non violenza non prevede la resa, è una filosofia di lotta destinata a durare nel tempo e ad avere effetti solo a lungo termine», chiarisce lo storico Michelguglielmo Torri, una vita trascorsa a studiare e a insegnare l’Asia moderna e contemporanea. Tra le sue pubblicazioni, Storia dell’India e i tanti volumi di Asia Major, il think tank fondato nel 1989 da Giorgio Borsa e di cui il professore Torri è presidente. Con lui ripercorriamo i principi del Mahatma, attraversando un mondo, dall’Ucraina all’India, dalla Russia alla Cina, dove le democrazie stanno arretrando di fronte a nuovi fascismi.