Lo Sri Lanka è vicino al collasso economico e politico. Intervista ad Alan Keenan, analista dell’International Crisis Group, sulle lacerazioni ereditate da 25 anni di guerra civile
In Sri Lanka la primavera è cominciata con la peggiore crisi economica in oltre 70 anni. Dal 1948, quando fu proclamata l’indipendenza dall’Impero britannico, nemmeno la guerra fra esercito governativo e separatisti delle Tigri Tamil (1983-2009) e il devastante tsunami del 2004 che ha causato 30 mila vittime avevano condotto il Paese asiatico sull’orlo del default.
Da marzo mancano le medicine, il cibo costa troppo. Gran parte dei trasporti pubblici e dei camion è ferma perché scarseggia la benzina. Le aziende di abbigliamento, che producono per i principali marchi occidentali, come Puma, Levi’s e Victoria’s Secret, rischiano di non soddisfare gli ordini a causa delle interruzioni di corrente. Le località turistiche, per cui l’isola tropicale a sud dell’India è nota in tutto il mondo, sono deserte. Da settimane varie categorie di cittadini, dagli studenti universitari ai pensionati, stanno protestando. Il 19 aprile un cittadino è stato ucciso dopo che la polizia ha aperto il fuoco sulla folla pacifica. Il ministro delle Finanze, Ali Sabry, è in affanno per evitare un tracollo politico ed economico che destabilizzerebbe l’intera regione asiatica.