A pochi giorni dall’anniversario della repressione di Tienanmen, abbiamo dimenticato chi lotta per la libertà a Hong Kong.
Vi hanno detto che non erano feriti. Vi hanno detto che sarebbero stati meglio sotto il regime di Pechino e che in fondo erano pochi o che protestavano soprattutto per ragioni economiche. Invece, no. Gli Hong Kongers che si sono opposti contro l’annessione totale alla Cina, ovvero al regime cinese, erano milioni. Hanno iniziato a manifestare alle prime avvisaglie di pericolo nel 2004, poi ancora nel 2014 (Umbrella Movement) e infine dal 15 marzo 2019 al marzo 2020. Ieri 14 attivisti filo-democratici sono stati condannati per sovversione, altri 33 sono accusati di aver voluto rovesciare il governo locale e attendono la loro sentenza.
Hong Kong è come un ferito che vi guarda e chiede aiuto. Che cosa stiamo aspettando?
Le ferite di Hong Kong
Questa foto è tratta dal meraviglioso reportage di Chung Ming Ko che si intitola proprio “Wounds of Hong Kong” e ha vinto il Sony World Photography Awards nel 2020. Il ragazzo nell’immagine è rimasto ferito durante la serie di proteste che hanno riempito le strade di Hong Kong fra il 2019 e il 2020. In queste ultime marce, interrotte dalla pandemia e dal successivo lockdown, milioni di persone si sono opposte alla proposta di emendare la legge sull’estradizione dei “latitanti” verso Paesi con cui Hong Kong non aveva accordi, come la Cina continentale e Taiwan. Ciò avrebbe significato la fine della giurisdizione tipica del modello “Un Paese, due sistemi” che doveva restare in vigore dopo la cessione della città asiatica da parte del Regno Unito nel 1997.
Repressione di ogni dissenso
Cosa che di fatto è avvenuta. Il 30 giugno 2020, in piena pandemia, è stata promulgata la nuova “Security Law” o Legge sulla Sicurezza Nazionale che vieta qualsiasi atto di secessione, sedizione e sovversione contro il Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese, e presunta cospirazione in collusione con entità straniere. Di fatto ogni dissenso rispetto al nuovo governo locale, controllato completamente da Pechino, o al governo centrale è considerato reato. Dal 2022 capo dell’esecutivo di Hong Kong è l’ex poliziotto e Segretario per la Sicurezza, John Lee. Nel voto per il governatore, il regime di Xi Jinping ha ammesso Lee come unico candidato. La Security Law è del tutto arbitraria. Le autorità possono decidere di applicarla a editori (vedi il caso dell’editore Jimmy Lai), giornalisti, blogger, comuni cittadini che si esprimono pubblicamente e sui social network.
In fuga da Hong Kong
Si conta che dal 2021 a oggi almeno 500mila Hong Kongers abbiano lasciato Hong Kong. La diaspora di Hong Kongers è distribuita fra Taiwan, Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti. Oggi il fotoreporter Chung Ming Ko vive nell’ex Formosa, dove l’ho incontrato e mi ha donato alcune sue foto. Le ferite fisiche e interiori delle varie generazioni di attivisti filo-democratici sono documentate nel suo lavoro, che presto vi racconterò in modo più dettagliato su questo sito. Continuate a seguirmi…#SoulDigger
Su Tienanmen leggi anche Han Dongfang, intervista al pioniere del sindacato indipendente